Maria Lionti: “Il Grand Tour dell’Etna. Un vulcano senza tempo”

Una storia piena di testimonianze di grandi esploratori ed esploratrici che dal 1700 in poi sono venuti a trovarci alla scoperta della Sicilia: poeti, scienziati, pittori, naturalisti, provenienti da tutta Europa

Un viaggio attraverso il fantastico mondo dell’Etna con il libro di Maria Lionti “Il Grand Tour dell’Etna. Un vulcano senza tempo” edito da Bonfirraro. Una storia piena di testimonianze di grandi esploratori ed esploratrici che dal 1700 in poi sono venuti a trovarci alla scoperta della Sicilia: poeti, scienziati, pittori, naturalisti, provenienti da tutta Europa, che hanno lasciato una traccia indelebile che l’autrice ha raccolto e raccontato nella sua splendida opera.

 Susanna Basile: Chi è Maria Lionti?
 Maria Lionti: Sono nata a Catania dove mi sono laureata in Lingue e letterature straniere. Attualmente vivo e insegno a Novara. Il rapporto con la mia terra d’origine è molto forte e in qualche modo influenza la mia esperienza di vita oltre che la decisione di scrivere questo libro.

S.B.: Come nasce l’idea di scrivere questo libro?
M.L.: L’idea di scrivere questo libro nasce dall’incontro di due grandi passioni: l’Etna e il viaggio. Nasce dall’esigenza di raccontare la mia terra, e nello specifico l’Etna, allo scopo di  valorizzare l’identità culturale, la storia, l’unicità di un territorio che per le sue caratteristiche è anche patrimonio UNESCO dal 2013. L’Etna è il luogo dove si intrecciano i tanti passi impressi sul vulcano, dove si incontrano gli sguardi ammirati dei viaggiatori che sperimentano una bellezza che stupisce.

“Der Aetna” di W.Sartorius Casa Inglese

S.B.: Di cosa parla Il Grand Tour dell’Etna?
M.L.: In questo “saggio narrativo” ho voluto raccontare le testimonianze dei viaggiatori del Grand Tour che giungono in Sicilia e tentano l’ascesa al vulcano, ho raccolto le tracce delle loro emozioni e delle esperienze sui sentieri dell’Etna. Scopriamo così aspetti naturalistici,scientifici, letterari e poetici che sono ancora attuali, nonostante i continui cambiamenti in un vulcano attivo come l’Etna. Loro ci fanno da guida in questo viaggiare sull’Etna oltre il tempo e lo spazio.

“Der Aetna” di W.Sartorius Crateri sommitali

S.B.: Chi sono i viaggiatori del Grand Tour?
M.L.: I viaggiatori del Grand Tour sono giovani europei, colti, determinati, temerari. Viaggiano per completare la loro formazione culturale, per fare ricerche storiche e scientifiche e per contemplare le bellezze artistiche, paesaggistiche e il patrimonio storico e artistico dell’Italia. Tra di loro ci sono letterati, studiosi, artisti, uomini di scienza.  Tutti sono ugualmente attratti dall’irresistibile charme dell’isola che rappresenta per loro una terra esotica, dove è possibile avvertire la presenza di personaggi mitologici e soprattutto ritrovare la classicità tra le rovine di templi, ville e anfiteatri. Non da ultimo, sono attratti dal richiamo dell’Etna, considerata una meta irrinunciabile. Imbarcarsi per la Sicilia richiedeva una buona dose di coraggio e, a dispetto delle grandi difficoltà dovute alle strade dissestate e poco sicure, alle locande indecorose, mal attrezzate e fatiscenti, (“scomode sistemazioni nelle miserabili locande”cit. Emily Lowe) i viaggiatori erano determinati a vivere una speciale avventura senza precedenti.

ph Salvo_Orlando_Poesia_smeraldo

 S.B.: Qual è l’esperienza dei viaggiatori?
M.L.: Molti di loro tentano l’ascesa al vulcano: esperienza unica, di inaspettata bellezza, carica di emozioni difficilmente descrivibili. Conquistare la vetta, assistere all’alba dalla sommità dei crateri dopo avere attraversato sentieri illuminati dalla luna, coperti di neve, le distese di lava aguzza, il deserto lavico, è un’esperienza indescrivibile. Nell’assistere alle eruzioni sperimentano il sublime come orrore che affascina, il fascino vulcanico che conquista ogni uomo, in ogni tempo.
Si meravigliano di una “Montagna” estremamente fertile, con una vegetazione lussureggiante, per certi versi anche esotica, grazie alla cenere vulcanica dell’Etna che ancora oggi garantisce prodotti unici e riconosciuti per le pregevoli caratteristiche. (“frutti squisiti, alberi tra i più rari come datteri, pistacchi, caffè, cannella e banani, vino che è violentissimo per sua natura” cit. Riedesel). Incontrano la popolazione, tra loro ci sono illuminati uomini di cultura e nobili (Biscari, Gioeni, Gemmellaro, Landolina) ma anche le guide e i contadini, gente semplice e ospitale, forte e determinata, che dopo ogni eruzione si rialza e ricostruisce con la lava fredda ciò che la lava calda ha distrutto, avanzando liquida, distruggendo e inglobando tutto ciò che incontra. Ciascuno di loro vive in uno stretto rapporto di simbiosi con il “padre Etna” che regola la vita e la morte e con “A Muntagna”, madre generosa che rende fertile la terra. Molti viaggiatori percepiscono anche la disuguaglianza sociale, la povertà, l’ignoranza a cui è soggetta la popolazione. Prendono consapevolezza della storia di un’isola costituita da stratificazioni profonde, lasciate dalle varie dominazioni, che ne plasmano la cultura e l’identità così come gli strati di lava ne caratterizzano il territorio. Scoprono molto più di un Vulcano, molto più di una Montagna, scoprono che è l’anima stessa dell’uomo a compiere il vero viaggio di scoperta, l’anima che cerca risposte e ristoro come Goethe che sceglie l’inquietudine del vulcano per trovare serenità.

ph Salvo Orlando Neve e fuoco

S.B.: Raccontaci di alcuni viaggiatori
M.L.: Johann Hermann Von Riedesel diplomatico prussiano nel 1767  viaggia attraverso la Sicilia e la Magna Grecia alla ricerca di opere d’arte. Il suo è uno dei primi resoconti di viaggio ed è un invito a visitare l’isola, un resoconto completo, definito da Goethe “un’ottima guida”. Brydone incontra gli abitanti di Nicolosi che lo osservano divertiti raccogliere sassi di pietra lavica. Goethe compie il suo viaggio in compagnia del pittore Kniep. Seume viaggia a piedi per conoscere meglio la popolazione e i luoghi  visitati. Munter racconta la storia del territorio. Waiblinger è il poeta che canta le donne, il vino, i contadini dell’Etna. Sartorius scienziato, geologo, astronomo ha realizzato la prima carta geologica dell’Etna, “Der Aetna”. Haeckel naturalista studia la vegetazione varia ed esotica del terreno lavico. Schneegans descrive il fascino tragico delle eruzioni a cui assiste, cariche di mistero, pathos e fede. I francesi Charles Didier e il Marchese Foresta raccontano rispettivamente un’esperienza poetica e avventurosa dentro al cratere. Il pittore tedesco Hackert, il pittore prussiano Schinkel e il pittore francese Houel ci hanno lasciato importanti testimonianze grafiche del vulcano. E poi i musicisti Brahms, Strauss e Wagner si sono lasciati ispirare da questa terra. Esperienza significativa quella di Emily Lowe e della madre che viaggiano non accompagnate “unprotected females” e riescono a compiere la scalata al vulcano in condizioni difficili. La loro rappresenta anche un’esperienza di emancipazione femminile dell’epoca.

Veduta del monte Etna, di Emily Lowe (1859)

S.B.: Qual è il messaggio che vuoi lasciare?
M.L.: É importante avere consapevolezza e tramandare l’identità di un territorio e questo libro vuole esserne un tentativo. Lo fa anche attraverso le immagini, riproduzioni di stampe e fotografie curate dal fotografo Giuseppe Vitali, che documentano come era il territorio dell’Etna. Tutto ciò contribuisce a dare uno spaccato della Sicilia di due secoli fa. La testimonianza del vulcanologo Boris Behncke ci dice, inoltre, che il fascino dell’Etna non ha limiti e conquista ancora viaggiatori e studiosi, regalando emozioni immutate perché un Viaggio sull’Etna è essenzialmente un’esperienza spirituale, alimenta riflessioni e richiama l’uomo a un confronto/sfida con se stessi e con la natura.

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