Gianluca Lamberti autore di “Facciamo finta che”: la grande rivoluzione su youtube con oltre 100.000 iscritti al canale

In quasi 5 anni “Facciamo Finta Che” https://facciamofintache.com/ ha rivoluzionato il concetto accademico dell’origine del mondo e dell’essere umano. Il format è disponibile sulla piattaforma Youtube https://www.youtube.com/c/facciamofintache con oltre 25 milioni di visualizzazioni e oltre 100.000 iscritti, 4 nuove puntate ogni settimana: lunedì, mercoledì, venerdì e domenica, sempre alle 21:30. Condotto da Gianluca Lamberti ospita una serie infinita di studiosi e ricercatori indipendenti. È anche casa editrice che organizza eventi dal vivo.
Il seguente articolo è sostanzialmente una prova tangibile di ammirazione e una riflessione da un punto di vista psicologico di tale fenomeno. È stata mia cura come da buona studiosa scettica e pluridecorata accademicamente parlando, di avere cominciato a leggere e recensire i saggi pubblicati che diventeranno articoli e interviste online ai loro autori.

Ma facciamo un salto indietro di circa due anni fa, quando per la prima volta vidi una puntata di “Facciamo Finta Che”; protagonista Nicola Bizzi, grande scrittore e storico nonché editore di Aurora Boreale Edizioni. Folgorata dallo stile e dagli argomenti cominciai a seguire il format “per tentare di unire i puntini” come dice il Lamberti: sarà stato un momento oscuro e splendente di grande libertà interiore e buio di prigionia esteriore. Non riesco a definirlo in maniera più intelligibile. Perché nelle puntate, ormai centinaia, di “Facciamo Finta Che”, il Tempio, il Portale, lo Star Gate digitale di Gianluca Lamberti e collaboratori mi hanno aperto “le nuove tecnologie del creato”.

Uso termini strani mettendo concetti abituali con terminologie trasversali perché il cosiddetto “risveglio” dell’umanità resettata, va fatto per gradini, gradi, e gradoni. Come direbbe il buon Dante nella Divina Commedia, in un passo peculiare per l’ingresso del purgatorio dove inizia a salire i tre gradini: il primo è di marmo bianco e candido, talmente chiaro che il poeta ci si può specchiare; il secondo è molto scuro, formato da una pietra ruvida che presenta una spaccatura nella lunghezza e nella larghezza; il terzo sembra di porfido, rosso come il sangue che sgorga da una vena.

È questo a cui si riferisce il grande Progetto e mi posso permettere di riferirmi tale di “Facciamo Finta Che” dove la ricerca, l’intuizione, la magia, l’alchimia e l’estrema “innocenza” di tutti i relatori che partecipano ad un Progetto di recupero di verità e diversi punti di vista, al Nuovo Paradigma come direbbe Hancock, che esula o ingloba le cosiddette “prove scientifiche” a dimostrazione di quello che è successo nei nostri stadi di umanità e di tutte le loro variabili. O alienità.

E se di “psicopatici” vogliamo parlare o fuori di testa, come potrebbe essere una definizione calzante per questa ciurma infinita, che ha superato i centomila iscritti, allora vorrei dire da terapeuta che in realtà, si potrebbero definire “psicopatici” coloro che avulsi da questa realtà prefabbricata, sono alla ricerca della Verità, quella umanità che vuole sapere da dove veniamo, dove siamo e dove stiamo andando. Quando gli spettatori “psicopatici” di Facciamo Finta Che, hanno cominciato a sbirciare dall’occhiolino della porta per vedere chi c’era dall’altra parte, hanno riacceso la favella del barlume della ricerca, e col passa parola, la presenza online e dal vivo hanno invertito, ne sono certa questo disturbo psicologico endemico di cui parleremo e cioè la “normopatia”. Patologia che è stata teorizzata dallo psicoterapeuta anglosassone Christopher Bollas.

Dagli anni ‘50 del novecento in poi il bisogno di normalità si era affacciato in maniera imponderabile: ogni dopoguerra ha bisogno di un reset, ma questo era contrassegnato da una diversa razza di “alieni”, quelli che poi saranno i figli del boom economico, quelli a cui la società dell’epoca attraverso i mezzi di comunicazione di massa avrebbe provocato un disturbo chiamato appunto normopatia, ovvero alter ego della psicopatia. La normopatia è una patologia molto più subdola ed endemica, più di qualsiasi altro virus, creatore di grandi catastrofi fondati sull’inanimità degli esseri viventi. Questo disturbo oggi è talmente naturalizzato che riesce difficile distinguere chi ancora protende e pretende di essere definito “normale”. E quindi fedele e accanito a questo stato di normalità tanto da rasentare la patologia

Come ha affermato David MacKenzie Ogilvy, grande pubblicitario britannico, “I consumatori non pensano a quello che sentono, non dicono quello che pensano e non fanno quello che dicono”, citazione che si allinea perfettamente con la citazione di Orwell che si trova sul sito ufficiale di Facciamo Finta Che: “Chi controlla il passato, controlla il futuro. Chi controlla il presente, controlla il passato”.
A questo punto è necessario dare una piccola definizione dei cosiddetti normopatici. I normopatici sono quelle persone che vivono in un penoso stato esistenziale contraddistinto da un intimo grigiore che li asfissia di cui non sono consapevoli. La normopatia è indotta in maniera intenzionale dalla maggioranza dei mezzi di comunicazione di massa, alquanto diffusa in questi ultimi 60 anni, è originata a livello individuale, da una strategia di sopravvivenza che spinge a essere come gli altri, perdendo di vista le caratteristiche più autentiche di se stessi.

I normopatici sono persone molto impaurite dalla possibilità di essere sottoposte a stigmatizzazione e, dunque, di essere rifiutate. Sono spaventati dalle loro pulsioni e istinti naturali creando una spessa corazza esistenziale con cui si proteggono dalle loro inosservanze e si intrappolano devitalizzando passioni, intuizioni, capacità di progetto stimolate da immaginazione, fantasia, creatività e originalità.
Mentre lo psicopatico annulla la distinzione fra l’immaginario e la realtà esterna creandosene una totalmente autoreferenziale e non condivisibile con gli altri, il normopatico si corazza e si incastra in un scrigno mortuario dal quale lascia trasudare solo ciò che lui ritiene essere largamente condivisibile dagli altri. Accetta passivamente come buono, giusto e corretto, ciò che gli viene proposto, non mettendo in discussione niente evitando di pensare a qualcosa di diverso, giudica criticamente chi, invece, lo fa.

Un esempio sarcastico apparentemente banale ma non meno esaustivo è “la sindrome del fantomatico trancio del tonno in scatoletta di latta”: la pubblicità ti fa vedere un trancio che di fatto quando compri e apri la scatoletta non esiste trovando solo lo scarto del trancio che chissà in quale dimensione si trova, ma se provi a dirlo in giro ti rispondono “meglio così è più tenero”, come diceva una pubblicità di anni fa, talmente tenero che si poteva tagliare con un grissino. Questa è una piccolissima dimostrazione di come il normopatico viene manipolato fino a modificarne i gusti e le aspettative. Cosicché a questo scempio di umanità partecipano la maggioranza dei mezzi di comunicazione di massa che utilizzando la loro potenza e onnipresenza, approfittano delle fragilità umane, imponendo e propugnando, tramite terribili e addestrati untori, strategie concordate dai finanziatori. In quest’ottica, diventa molto facile scorgere il lavoro ossessivo di imprinting dei social e delle comunicazione di massa.

Questi mostri attraverso le loro infinite diversificazioni, agiscono in maniera costante sulle menti di tutta la popolazione e i più giovani sono le vittime designate. Così ogni propaganda ha il solo scopo di convincere della bontà di ogni decisione per consolidare il sistema, raccontando un’assenza di qualsiasi alternativa credibile rispetto a ciò che è falso, tendenzioso e avvezzo ad una programmazione neurolinguistica di bassa lega.

Si è già entrati nel diabolico circolo vizioso di una sottomissione a regole silenziose e sussurrate, ma non per questo meno potenti, potentissime, così si chiudono gli occhi, la mente e l’anima sul sopruso della vita.
Così per non morire fisicamente, essendo già morto intellettualmente, l’unico obiettivo per il normopatico è quello di apparire un sempre fedele e servizievole succube per ottenere un’ illusione, di una buona posizione nello scacchiere sociale. Resta invece per lui e di chi lo attornia un diffuso e intenso malessere collettivo e individuale che lo rende sempre più fragile e che è spesso fatto diffondere, dallo stesso sistema che lo ha generato, come evoluzione e progresso. Meglio usare il concetto di illuminazione, termine ormai sdoganato dalla sua primigenia invenzione.

La truffa di questi decenni condita dal disprezzo per il buon senso ha creato una normopatia sociale costituita da condizioni deteriori come mediocrità, conformismo, cinismo, convenzionalismo e cialtroneria. Imposta da forze oligarchiche l’obiettivo, perseguito con pervicacia in tutti i campi, è quello di sopraffare e sostituire l’insieme delle caratteristiche e capacità naturali dell’individuo e della collettività di operare attraverso un autentico e genuino buon senso.

Fortunatamente attraverso i meravigliosi documentari di “Facciamo Finta Che”, che sono presenti nel quotidiano, ci si può permettere di distinguere il sano, il logico, l’opportuno, la luce, la speranza, il vero sapere, dall’insano, dall’illogico, dall’inopportuno, dalle tenebre, dalla disperazione, dalla menzogna.
La dittatura del conformismo attivata e perseguita dai giovani normopatici, gabbati dal sistema impone lusinghe di pilotate condotte trasgressive con cui “le pecorelle” hanno l’illusione di essere originali, estrose e disubbidienti.

I giovani normopatici, ormai sedati, tronfi del loro successo etichettano i dissenzienti per screditarli e ridicolizzarli, tacciandoli, di complottismo e di antiprogressismo. Quindi i normopatici “umani troppo umani” per dirla alla Nietzsche, insultano gli psicopatici alieni o alienati di cui sopra.
Visto che per convenzione per distinguersi da coloro che si uniformano, che non si fanno domande perché hanno paura delle risposte, ci tengo a dire che anch’io come chi frequenta il format, sempre di cui sopra, mi definirei una psicopatica, o alienata che dir si voglia.

Ecco perché “Facciamo Finta Che” e tutti i protagonisti che lo creano e lo diffondono devono crescere sempre di più infettando e scardinando il sistema normopatico: perché quelli che Fanno Finta di essere “psicopatici” come noi, non cercano adesione, cercano devozione. Devozione e “amore vero” non perché rappresentano o seguono un qualche idolo da adorare, bensì perché si pongono come idolo essi stessi alla ricerca di una verità che abbia come scopo, l’osservazione, l’ascolto di se stessi, il confronto con gli altri, quelli che non sono ammaestrati, quelli che pensano a quello che sentono, quelli che dicono quello che pensano e quelli che fanno quello che dicono, per evitare ogni forma fuorviante di conformismo e di normopatia.
Le personalità psicologiche presenti in noi come meccanismi di difesa dal momento in cui siamo concepiti come: l’ossessissività compulsiva, la paranoia, la schizofrenia, la depressione, l’isteria e la trasversalità del narcisismo maligno, sono un continuo martellamento, cognitivo, emotivo, istintivo, pertanto ti ritrovi a considerare normali cose che non immaginavi che avresti mai accettato, cose che mai pensavi sarebbero potute accadere. Pur di sopravvivere l’essere umano ha la facoltà di inglobare in sé tutto quello che gli viene propinato. Per questo riesce a rendere ordinario anche l’orrore stesso. È la stessa tecnica manipolazione che viene usata attraverso la televisione, il cinema, i social e tutti i mezzi di comunicazione.

Entrano nella nostra vita quotidiana concetti, forme di ragionamento, mode e parole che loro vogliono imporci. E noi, che ci illudiamo di essere immuni da tutto questo, che c’illudiamo di avere grandi principi morali e un inattaccabile senso di giustizia, ci ritroviamo a fare e a pensare automaticamente cose che credevamo non ci appartenessero.
Ci rendiamo conto che stiamo facendo qualcosa contro i nostri veri interessi e contro la nostra coscienza; ma ci sentiamo impotenti di fronte a una serie di convinzioni che ci trascinano all’interno di questo patetico gregge, formato da giovani pecorelle, vecchie pecore e malefici caproni.

Per questo “Facciamo Finta Che” e tutti coloro che lo animano sono la nostra salvezza per continuare a restare “psicopatici, alieni e alienati” coloro che ci difenderanno da questa inoppugnabile, strisciante e fuorviante normopatia, sono già più di centomila e altri ne verranno…
Intanto ecco i 16 volumi pubblicati da edizioni Facciamo Finta Che
Giganti: Figli del cielo o un’altra umanità? di Gianluca Lamberti e Nicola Bizzi;
Templari e cattedrali: La storia dei segreti ritrovati di Gianluca Lamberti, Marco Enrico de Graya;
Catari, Templari e il tesoro nascosto: I segreti di Rennes-le-Chateau di Gianluca Lamberti e Giorgio Baietti;
Nibiru e gli Anunnaki: Storia dei padroni dell’umanità di Gianluca Lamberti, Marco Enrico de Graya;
Sotto l’Antartide: Enigmi di una terra proibita di Gianluca Lamberti, Umberto Visani;
Torino e il Triangolo della magia: Viaggio alchemico alla ricerca della Pietra Filosofale di Enrica Perucchietti e Gianluca Lamberti;
Pietre e cristalli degli Dèi: Proprietà curative e potere spirituale di Gianluca Lamberti e Rafael Principe;
Giordano Bruno e l’iniziazione alchemica: Dalle ombre alla luce infinita di Gianluca Lamberti e Maurizio Carturan;
Terra Cava: Il Re del Mondo, Agartha, Shamballa, Shangrila, Luz di Marco Enrico de Graya, Gianluca Lamberti
Sangue Rh negativo: Il codice alieno delle origini di Gianluca Lamberti e Davide Baroni
L’alba aliena dell’umanità: Il viaggio dell’uomo da Tau Ceti ad Atlantide di Nicola Bizzi e Gianluca Lamberti
Le super-armi del Terzo Reich: Heer, Luftwaffe e le tecnologie civili di Patrizio Romano Mariotti e Gianluca Lamberti
Homo Atlanticus: Il mistero dei crani “allungati” di Gianluca Lamberti, Davide Baroni;
Geografia sacra e portali dimensionali: Druidismo e luoghi di potere fuori e dentro di noi di Gianluca Lamberti e Andrea Cogerino;
Segreti e misteri del Terzo Reich: Le basi antartiche, la Kriegsmarine, le SS e Reich sotterraneo di Patrizio Romano Mariotti e Gianluca Lamberti;
Dalla Terra alla Luna: Misteri e anomalie del programma Apollo di Gianluca Lamberti e Umberto Visani.






